Il piano Industria 4.0 funziona, un numero lo certifica: più 28,5 %. Il dato riguarda gli ordini di macchine utensili e robot, destinati al mercato italiano e maturato nel secondo trimestre del 2017, rispetto allo stesso periodo dell’anno prima. L’ha reso noto l’Ucimu-Confindustria, nel corso dell’ultima assemblea. Nel comunicato finale si rileva che: “I provvedimenti contenuti nel Piano Industria 4.0, hanno già prodotto i primi effetti. L’indice degli ordini raccolti sul mercato domestico, nel secondo trimestre è ulteriormente salito a conferma della tendenza a investire in macchinari e nuove tecnologie per la connettività degli impianti”.  Il rafforzamento della ripresa nel settore industriale è certificato anche dall’Istat che segnala, a maggio, un incremento dell’indice grezzo degli ordini del 13,7% rispetto a maggio dello scorso anno, trainato dai mezzi di trasporto e dai macchinari. Dopo l’export extra Ue, positive anche le indicazioni per il fatturato, in aumento tendenziale del 7,6% con un incremento del 6,7% sul mercato interno e del 9,3% su quello estero. Per la prima volta, dopo tanti anni di buio, il mercato interno italiano ricomincia a “tirare” l’economia industriale del nostro Paese e, considerazione interessante, tutti gli esperti indicano in Industria 4.0 il fattore determinante di questo nuovo inizio.  Altro dato che lascia ben sperare riguarda il tasso di managerialità delle nostre piccole e medie imprese, una mancanza che secondo alcuni economisti, sarebbe alla base della scarsa produttività di molte piccole aziende, soprattutto quelle a carattere familiare, in cui l’imprenditore ha scarsa fiducia negli apporti “esterni”.  Ebbene, a detta dell’Osservatorio della società di selezione del personale specializzato Technical Hunters, negli ultimi due anni le assunzioni di manager nelle Pmi sono cresciute di oltre il 15%, concentrandosi soprattutto nell’impiantistica, nella chimica e componentistica industriale.

La ragione di questo trend, spiegano gli autori della ricerca, risiede nel fatto che le Pmi che hanno superato bene gli anni peggiori della crisi, adesso richiedono dirigenti capaci per sostenere la crescita. Nello stesso tempo, dal punto di vista del manager, invece, si è diffusa la percezione che le piccole aziende che sono sopravvissute abbiano idee vincenti e imprenditori forti e che, quindi, siano molto promettenti.