di Fabio Pengo, Vice Presidente Fasi

La prevenzione rappresenta ad oggi una voce marginale sia nella spesa pubblica che privata. Il budget di spesa delle famiglie italiane è fortemente sbilanciato sulle spese correnti (casa, alimentazione, trasporti, cura della persona, ristorazione,…) piuttosto che sull’investimento in salute. I nuclei familiari dei dirigenti iscritti al Fasi mostrano una bassa propensione alla prevenzione, sebbene dopo la pandemia si stia registrando un aumento del tasso di utilizzo dei pacchetti di prevenzione offerti gratuitamente dal Fondo.

 

Nel 2021 il Fasi ha istituito un proprio Centro Studi che supporta con analisi empiriche e metodo scientifico la governance nelle decisioni strategiche, quantificandone l’impatto a medio-lungo termine sulla sostenibilità economico-finanziaria del Fondo. La ricerca qui presentata è un esempio delle attività svolte dal Centro Studi Fasi.

Prevenire è di gran lunga meglio che curare” [1]!  

L’oltremodo abusato motto di Bernardino Ramazzini (1633-1714), pioniere a livello mondiale del concetto di prevenzione, non trova affatto riscontro nei comportamenti di spesa né pubblici né privati desumibili dai dati Istat sui Conti della Sanità.

Lato offerta pubblica, su 130,3 miliardi stanziati nel 2023 per finanziare il “bene pubblico salute”, il 75% è stato destinato ai servizi di cura-riabilitazione e a farmaci e solo il 4% alla prevenzione (8,3 miliardi). Lato domanda privata, lo sbilanciamento su voci di natura ex post è ancor più forte: su un totale di 40,6 miliardi sborsati direttamente di tasca (out of pocket) dalle famiglie, cura-riabilitazione più farmaci incidono per l’82%, mentre la prevenzione solo 0,2% (67 milioni di euro).

Ma quanto pesa sul bilancio familiare la voce salute?

Nel 2022 i 25,7 milioni di famiglie italiane hanno destinato in media 114 euro al mese alla salute su un budget complessivo medio mensile di 2.600 euro. Le voci di spesa che incidono maggiormente (Tabella) sono quelle “correnti” come abitazione 38,5%, alimentazione 18,4%, trasporti 10,1%. Viceversa, alle voci che hanno un “ritorno” nel medio-lungo periodo, le famiglie italiane destinano complessivamente meno di un decimo del budget, di cui 4,3% salute (+1,2 punti percentuali sopra la media dei tre paesi), 3,5% cultura-sport (-4,1 p.p. in meno) e, infine, 0,6% istruzione (-0,5 p.p. il gap).

Certo è che la porzione destinata al consumo di bevande alcoliche e tabacchi (circa 2%) unitamente all’esiguità di ricreazione-sport, segnalano una bassa attenzione allo stile di vita sano che è il caposaldo della prevenzione primaria!

In termini di spesa per prevenzione per abitante (Eurostat 2021), l’Italia con 193 euro è distante dai 361 della Germania e dai 255 della Francia e sotto la media Ue 213.

Cosa prevede il Fasi in tema di prevenzione?

Dal 2011 l’offerta sanitaria del Fondo è stata progressivamente ampliata con l’introduzione di pacchetti prevenzione che, ad oggi, sono 17 suddivisi tra prevenzione “generica” e odontoiatrica, per specifiche fasce di età, fruibili gratuitamente una volta l’anno, sia dagli iscritti sia dai familiari (per un totale di 300.000 assistiti) presso strutture convenzionate Fasi-IWS per test di screening per la “diagnosi precoce”. Nel 2023 sono stati 22.442 i beneficiari dei pacchetti di prevenzione (7,4% degli assistiti; 9,5% degli “spenders”) per un ammontare di spesa pari a 3,7 milioni (0,5% del totale Fasi). Tuttavia, segnali confortanti emergono dall’evoluzione dei comportamenti: dopo la pandemia la propensione alla prevenzione misurata sia in termini di beneficiari sia di spesa complessiva, è in forte ascesa (81% e 68% rispettivamente la variazione ‘23/’20) in controtendenza con la contrazione registrata a livello nazionale. Quanto alle preferenze per le tipologie di pacchetti, in cima alla lista per numerosità di fruitori figurano quelli “cardiovascolari” (28%) seguiti da “cancro della tiroide” (20%), “oculistici” (18%), “uomo” (14,6%) e “donna” (8,5%). Tale graduatoria è in linea con i dati Istat sulle malattie croniche, dai quali risulta che dirigenti e imprenditori hanno la più alta incidenza di ipertensione e malattie del cuore rispetto alle altre qualifiche.

Nell’ultimo anno il Fasi ha rafforzato il suo impegno nella diffusione della cultura della prevenzione, non solo come strumento di sostenibilità economica, ma soprattutto come fattore chiave per contribuire a ridurre la mortalità evitabile (193 morti ogni centomila abitanti, Istat 2021). Attualmente è in corso la revisione puntuale delle singole prestazioni incluse nei pacchetti per aggiornarli alla luce dei progressi in campo medico.

 

[1]«longe præstantius est præservare quam curare», Orazione XIII in “Per una vita austera, lunga, sana, proficua”.