Sono circa 12,6 milioni gli italiani in possesso di una copertura sanitaria integrativa. I lavoratori coperti dai fondi sanitari contrattuali, come il Fasi, sono oltre quattro milioni che arrivano a sei, se si calcola anche i familiari iscritti. La Commissione Affari Sociali della Camera

Dei Deputati, presieduta dall’on. Marialucia Lorefice, del Movimento 5 stelle, sta procedendo a un indagine conoscitiva sui fondi integrativi sanitari, tra cui il Fasi, per rafforzare questo sistema che, con i 2 miliardi di prestazioni erogate, rappresenta a tutti gli effetti il secondo pilastro su cui si regge l’assistenza sanitaria in Italia.

Come abbiamo più volte rimarcato, siamo alla vigilia di una stagione con obiettivi precisi: il mantenimento degli investimenti pubblici nel settore, la razionalizzazione della spesa e un maggiore spazio da dedicare su questo fronte nella contrattazione nazionale e aziendale.

Nel nostro Paese i cittadini pagano di tasca propria più di un quarto delle spese per la salute. Gli ultimi dati disponibili, relativi al 2017, la spesa sanitaria totale in Italia ha raggiunto la ragguardevole cifra di 152,8 miliardi di euro: di questi, 39,7 miliardi confluiscono nella spesa sanitaria privata che, a sua volta, è suddivisa per il 91% nella cosiddetta “out of pocket”, cioè direttamente dalle tasche degli italiani e solo il 9% è quella intermediata da Fondi e assicurazioni.

Un recente studio effettuato dall’European House Ambrosetti, tratteggia uno scenario demografico e epidemiologico in Italia, in cui l’aspettativa di vita aumenta ( siamo passati dai 73,3 anni di dieci anni fa all’83,3 di oggi), mentre diminuisce l’attesa di vita in buona salute che negli ultimi quarant’anni è diminuita di 2 anni e mezzo. Il tasso di mortalità per le malattie cardiovascolari è calato del 63,7%, quello delle neoplasie del 16,9% e quello delle malattie respiratorie del 47,1%, a fronte di un aumento dell’8% delle malattie endocrine e metaboliche.

L’invecchiamento della popolazione continuerà a modificare la struttura demografica nei prossimi anni. L’Italia, insieme a Germania, Portogallo e Grecia, è oggi tra i pochi paesi europei con la quota più elevata di over 65. Si calcola che nei prossimi vent’anni un italiano su tre avrà più di 65 anni e questo accresce il valore della prevenzione sulla quale il Fasi ha investito e continua ad investire.

Lo studio Ambrosetti mette in luce, però, anche che l’incidenza della spesa sanitaria pubblica italiana sul Prodotto interno lordo è del 6,6%, sensibilmente più bassa della media europea, ma soprattutto destinata a diminuire, aumentando così il gap rispetto a Germania, Svezia e Paesi Bassi che spendono più di 4.000 euro all’anno per ogni loro singolo cittadino contro i circa 2.000 dell’Italia.

Siamo sicuri che la Commissione parlamentare ha ben presente questi dati,  che saranno posti in giusto rilievo, per una riforma complessiva del sistema salute in Italia che non può prescindere dall’apporto dell’assistenza sanitaria integrativa mai, come ora, indispensabile per garantire ai nostri connazionali standard europei di qualità di vita.

 

Marcello Garzia

Presidente Fasi