Con una lunga intervista al “Corriere della Sera”, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha fatto un bilancio delle prospettive economiche dell’Italia, dopo l’approvazione in extremis della legge di Bilancio. Facendosi interprete delle preoccupazioni degli imprenditori italiani, il presidente di Confindustria, si è dichiarato “pessimista” sulle previsioni di crescita del nostro Paese e giudicando “difficile” l’anno che è appena iniziato. In effetti, il rallentamento dell’economia globale, compresa la locomotiva europea tedesca, la fine del Quantitative Easing, deciso dalla Banca Centrale Europea, la manovra di bilancio italiana definita dal governo “espansiva” ma che appare, in questo scenario pro-ciclica, non possono che generare forti preoccupazioni nel mondo dell’industria. L’auspicio del capo degli industriali, che non si può non condividere, è che finita la “querelle” tra le forze politiche con l’approvazione della legge, adesso si passi subito alla fase successiva: aprire senza indugi tutti i cantieri già pronti a partire. Secondo l’Ance, infatti, sono ventisette le grandi opere sopra i 100 milioni di euro, localizzate al Nord, al Centro e al Sud, che se si avviassero, darebbero lavoro a 400.000 persone con una ricaduta sull’economia italiana di oltre 86 miliardi. Per Confindustria, e come dargli torto, solo la creazione di nuovi posti di lavoro può rimettere in moto il Paese in tutte le sue attività e contrastare la concorrenza sempre più spietata derivante dalla globalizzazione. E’ necessario trovare soluzioni innovative che abbiano come fine ultimo la crescita dei posti di lavoro. A solo titolo d’esempio, nel settore costruzioni che da sempre è la leva principale della ripresa economica, dall’inizio della crisi sono stati oltre 600.000 i lavoratori espulsi dal processo produttivo e i numeri, negli altri settori, non sono da meno.

L’unica ricetta possibile che gli industriali propongono al Governo è procedere con un taglio netto del cuneo fiscale che tra tasse e contributi incide per oltre il 70%, la detassazione e la decontribuzione totale dei premi di produzione per i contratti aziendali di secondo livello. Al fine di lasciare più soldi in busta paga ai lavoratori e favorire l’incremento dei consumi, una soluzione già condivisa con i sindacati confederali con la firma del “patto di fabbrica” sottoscritto solo pochi mesi fa ma, ancora, inattuato. L’ingresso dei giovani nel mondo del lavoro rappresenta l’altro grosso handicap che frena la ripresa economica. Anche in questo caso è necessario avviare un grande piano d’inclusione attraverso la detassazione e la decontribuzione totale per le nuove assunzioni a tempo indeterminato. Sul reddito di “cittadinanza”, il presidente Boccia, avverte che bisogna stare molto attenti affinché questi non si traduca in una forma di disincentivo al lavoro e sia causa di abusi e “furbizie” che non potrebbero essere sopportate dagli italiani. “Paradossale”, secondo Confindustria, appare che si possa rinunciare così come enunciato nella legge di Bilancio, a due/tre proposte di lavoro in un Paese in piena emergenza occupazionale.

Sono proposte di buon senso che riguardano anche il nostro Fondo. Infatti, se non si aumenta l’occupazione e, di conseguenza, anche l’assunzione di nuovi manager d’impresa sarà sempre più difficile mantenere l’equilibrio di bilancio tra le prestazioni offerte, che continuiamo a tenere ai più alti livelli possibili, e i contributi da parte degli iscritti. Il nostro sistema industriale ha bisogno di una “scossa” se vuole restare la seconda manifattura d’Europa. Dobbiamo immaginare un percorso, accompagnato da adeguati strumenti di politica economica che puntino a scelte per un’industria ad alto valore aggiunto, ad alta intensità produttiva e investimenti. C’è però a nostro giudizio anche un “lavoro” culturale da fare, e cioè superare l’ostilità che ancora persiste verso il mondo industriale che, nel bene e nel male, garantisce oltre 450 miliardi di euro di export su un totale di 550 miliardi dell’Italia nel suo complesso.

Luca Del Vecchio

Vicepresidente Fasi