Nel 2050 il 34,5% della popolazione italiana avrà più di 65 anni, a fronte del 23% attuale (fonte ISTAT). Nel Fasi la po­polazione over 65 costituisce già oggi il 36% del totale. Il Fondo si trova quindi a gestire una situazione che l’Italia affronterà tra 15 anni, con quale approccio?

Il mantenimento dell’autonomia e di una buona qualità di vita in età anziana è legato sia alle condizioni fisiche dell’individuo che alle sue abilità cognitive, nonché al contesto familiare e di comunità ed è considerato una priorità a livello internazionale (art. 19 della Conven­zione ONU sui diritti delle persone con disabilità). Per questo motivo le politiche attive favoriscono il per­manere dell’anziano nella propria abitazione e in un contesto familiare anche nei casi iniziali di fragilità e disabilità, mentre il ricovero in strutture sociosanita­rie viene considerato come una soluzione da mettere in campo solo quando il grado di non autosufficienza/ disabilità supera una certa soglia di gravità, gene­ralmente legata alla difficoltà nel vestirsi e nell’ef­fettuare l’igiene personale (Health Serv Res.2015 Apr;50(2):560-78).

Cosa propone il Fasi in tema di non autosufficienza?

In considerazione di ciò il Fasi è da sempre attento ai propri assistiti, supportandoli nel recupero delle pro­prie autonomie, incentivando l’assistenza domiciliare e sostenendo i costi di un ricovero in RSA solo quando inevitabile. In caso di fragilità il Fondo aiuta i propri assistiti nel recupero delle autonomie individuali at­traverso il riconoscimento di specifiche prestazioni: le protesi acustiche (udito), le iniezioni intravitreali per la maculopatia e la rimozione della cataratta primaria e secondaria (visus), interventi per la protesi all’anca, ginocchio spalla e riabilitazione funzionale (mobilità), la riabilitazione pelvica e interventi per l’incontinen­za urinaria (continenza), prevenzione delle patologie della deglutizione e riabilitazione arcata superiore e inferiore tramite la protesica (alimentazione). Annual­mente il Fondo rimborsa le protesi acustiche a circa 2.200 assistiti, l’intervento di cataratta, sia essa pri­maria o secondaria, a circa 6.000 assistiti, e le protesi dentarie di varia natura a circa 2.500 assistiti.

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Il Fasi misura la non autosufficienza dei propri as­sistiti e quindi definisce i criteri di accesso ai servizi di assistenza attraverso la scala internazionale ADL (Activity Daily Living), che valuta l’autonomia della persona nello svolgimento di 6 attività di vita quotidia­na come mangiare, vestirsi, lavarsi, spostarsi da una stanza all’altra, essere continenti, usare i servizi per fare i propri bisogni. Gli assistiti non autosufficienti di qualunque età che abbiano perso 3 ADL su 6 ricevono un indennizzo di 800 euro mensili fino a un massimo di 9 mesi all’anno, rinnovabili annualmente. In caso di età inferiore ai 65 anni viene riconosciuta una tutela aggiuntiva di € 15.000 annui fino a un massimo di 5 anni per sostenere l’intero nucleo familiare nella ge­stione della fase più critica, quella immediatamente successiva all’insorgenza della malattia o infortunio che hanno originato la non autosufficienza. Nel corso del 2023 gli assistiti non autosufficienti che hanno ri­cevuto l’indennizzo per l’assistenza domiciliare sono stati 3.056, il 95% dei quali, pari a n.2886, è over 65. Coerentemente con la distribuzione geografica degli assistiti Fasi, i soggetti non autosufficienti si concen­trano principalmente in Lombardia e Lazio. Nei casi in cui la permanenza a domicilio dell’assistito non sia più sostenibile, il Fasi offre un contributo di € 1.200 mensili (€ 40 al giorno) per il ricovero in RSA. Nel 2023 circa 1.099 assistiti sono stati ricoverati in RSA per almeno 30 giorni, con una degenza media di 225 giorni. Considerando le persone assistite dal Fasi con non autosufficienza grave, seguite sia a domicilio che in RSA, si calcola che il 3% della popolazione over 65 del Fasi si trova in questa condizione.

 

Nell’immediato futuro il Fasi intende potenziare le tutele rivolte alla non autosufficienza attraverso il ri­corso a servizi di teleassistenza, ad oggi sperimentati sulla malattia di Parkinson, e di telemedicina.

 

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