Il rapporto reso pubblico in questi giorni dall’Area studi Mediobanca “Dati cumulativi di 2120 società italiane” che viene redatto dal 1962, ha rilevato che le imprese italiane colpite dalla crisi del Covid erano più “attrezzate” rispetto ai precedenti choc mondiali come la crisi petrolifera del 1974 e il crac Lehman- Brothers del 2008. Detto in altre parole il nostro capitalismo ha affrontato la pandemia in condizioni migliori sotto il profilo patrimoniale e cioè con maggiore liquidità e meno debiti. Come sempre quando si passa dalle previsioni più o meno catastrofiche alla severa realtà dei numeri, le cose cambiano.
Dal rapporto Mediobanca, inoltre, si ricava che dopo l’inevitabile calo dovuto al lockdown, oggi le condizioni di ripresa appaiono più rapide con effetti più limitati delle attese per il 2020 e di crescita nel 2021.
Nel dettaglio, lo studio che analizza 2120 società italiane con più di 500 dipendenti che rappresentano il 50% del fatturato industriale del nostro Paese, mette a confronto, come dicevamo, le tre grandi crisi mondiali degli ultimi 50 anni. Le imprese italiane hanno affrontato la pandemia con una struttura più solida rispetto al passato: assetti proprietari più spostati verso il pubblico, minori debiti finanziari e rafforzamento patrimoniale con maggiore liquidità a disposizione, grazie anche alla caduta del “tax-rate” passato dal 27,4 del 2015 al 19,4% nel 2019. Meno forte, invece, è apparsa la posizione delle nostre aziende sotto il profilo della redditività industriale che era dell’8% nel 2008 mentre nel 2019 è al 7,4%.
Come si spinge a dire il rapporto Mediobanca, forse la situazione è meno peggio delle previsioni. Infatti, secondo le previsioni, la produzione industriale e alcuni indicatori congiunturali ( richiesta di energia, traffico autostradale, ecc.), “mostrano una rapida ripresa dell’attività economica e legittimano stime più ottimiste rispetto alle attese”. Per il prossimo 20121, in assenza di peggioramenti del quadro pandemico, secondo l’Area studi di Mediobanca “si prospetta una ripresa del fatturato manifatturiero del 5,9% e del 7,5% per l’industria”. Ultima annotazione: considerato che le nostre aziende esportano oggi il 34,2% del fatturato mentre nel 1974 la quota era del 19,8%, si ricava che le nostre prospettive di crescita non possono che basarsi su una strategia internazionale di sviluppo e produzione.
Luca Del Vecchio
Vice Presidente Fasi