Più pensionati che lavoratori: questo il pericoloso equilibrio che l’OCSE disegna per l’Italia nel 2050. Nell’ultimo rapporto “Working Better with Age”, infatti, l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico dell’Europa, basandosi sugli attuali schemi pensionistici, prevede che il numero di persone over-50 inattive o pensionate, sostenute da lavoratori attivi, potrebbero aumentare di circa il 40%, arrivando nell’area Ocse a 58 su 100. In particolare in Italia, Grecia e Polonia tale rapporto potrebbe addirittura peggiorare fino a raggiungere la parità tra lavoratori attivi e pensionati. Uno scenario che ha delle ripercussioni anche per  quanto riguarda la sanità integrativa e, dunque, il nostro Istituto che attraverso i suoi organismi direttivi ha avviato da tempo una seria riflessione sulle criticità che minano la sostenibilità del Fondo nel medio e lungo periodo.

Nel Fasi, infatti, tale rapporto (dirigenti attivi e pensionati) è risultato pari, nel corso del 2019 a 0,84. Cioè ad ogni dirigente attivo iscritto al Fasi ne corrisponde più di uno (per l’esattezza 1,19), in quiescenza. La crisi economica e industriale (non ultima la vicenda Arcelor-Mittal) in cui siamo immersi da oltre dieci anni e le dinamiche evolutive della popolazione italiana (invecchiamento, aumento medio della speranza di vita, incremento delle patologie cronico-degenerative), hanno determinato un costante e generale innalzamento dei costi di assistenza che potrebbe mettere in crisi i due pilastri fondamentali alla base della costruzione del Fasi: sostenibilità e solidarietà. La sostenibilità del sistema sanitario pubblico e lo sviluppo della sanità integrativa rappresentano, nell’attuale contesto, una delle sfide di maggior rilievo per il riassetto del nostro sistema di welfare. In particolare la sanità integrativa è destinata ad assumere un peso sempre maggiore nel sistema delle prestazioni offerte dal SSN. Questo tema è stato trattato anche nel recente rinnovo del Contratto Dirigenti dell’Industria, firmato da Confindustria e Federmanager in cui un intero capitolo è stato dedicato allo sviluppo dell’assistenza integrativa, potenziando e rafforzando il ruolo del Fasi per un sistema di protezione più ampio ed efficace. Confindustria e Federmanager hanno, altresì, preso atto della volontà espressa dagli organi di indirizzo di Fasi e Assidai di addivenire ad un accordo di reciproca collaborazione finalizzato a rafforzarne il ruolo nel mercato della sanità integrativa. Anche per queste finalità nasce la nuova società, IWS Spa,  appositamente istituita dai soci, su indicazione del Fasi per  rafforzarne la tutela e supportarlo in tutte le azioni volte al miglioramento e alla sostenibilità futura.

Anche a livello politico legislativo qualcosa si muove: recentemente la Commissione Sanità del Senato ha approvato un ordine del giorno, promosso dalle opposizioni, al fine di definire un Testo Unico per tutte le forme di sanità integrative, capace di garantire a tutti gli operatori del settore le condizioni per una sana competizione, ma soprattutto di assicurare una governance nazionale a tutela dei consumatori. Una battaglia che il Fasi sta sostenendo da tempo e che nella quale potremmo svolgere un ruolo di leadership proprio per la nostra esperienza e per il nostro “modus operandi”. In questo senso stiamo andando avanti nell’operazione di riorganizzazione e valorizzazione delle risorse umane e tecnologiche al nostro interno con l’obiettivo di offrire sempre più servizi e assistenza ai nostri iscritti.

In questa direzione sono in fase avanzata di sviluppo nuove iniziative volte a determinare un approccio integrato che vada dalla gestione della prevenzione (abbiamo già introdotto nel nostro sito istituzionale delle “pillole” con consigli su salute e benessere da parte di una nutrizionista che sarà presto affiancata da altri specialisti su altri temi per vivere al meglio la quotidianità), alla cronicità e alla non autosufficienza. Su quest’ultimo tema che sappiamo molto importante il Fasi offrirà, a partire dal prossimo anno, un nuovo servizio che è in fase di gestazione.

E’ necessaria, dunque, una riflessione sia delle Aziende che dei Dirigenti sull’importanza della tutela del Fasi e sulla sua unicità in termini di copertura , non selezione del rischio e assenza di qualsivoglia limite d’età d’ingresso nel Fondo.

Siamo in presenza di una sfida epocale che vogliamo vincere e per la quale è necessario l’apporto di tutti, il sostegno e l’entusiasmo dei nostri associati e dei soci fondatori che siamo certi non mancherà.

 

Marcello Garzia

Presidente Fasi