E’ stato sottoscritto, a fine luglio, il rinnovo del contratto nazionale per i dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi. A siglare il rinnovo il vice presidente di Confindustria per il lavoro e le relazioni industriali, Maurizio Stirpe, e il presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla.
Il nuovo contratto decorre dal primo gennaio del 2019 e la scadenza è fissata al 31 dicembre 2023. A livello economico, i nuovi parametri del trattamento minimo complessivo di garanzia vanno da 69.000 euro, con decorrenza 2020, a 75.000 euro dal 2023.
Tra le principali novità previste dal rinnovo c’è l’avvio delle politiche attive e della formazione dei dirigenti che perdono il posto di lavoro a seguito di ristrutturazioni aziendali. Sarà 4.Manager, un’associazione costituita dalle parti, a cofinanziare, con il contributo dell’impresa, le attività di ricollocamento del dirigente.
Sono state inoltre implementate le coperture nel campo della sanità integrativa e della non autosufficienza a favore degli assistiti dall’apposito fondo contrattuale.
Per la prima volta, è stato introdotto un articolo sulle pari opportunità con particolare attenzione all’equità retributiva tra dirigente uomo e donna. In tema di previdenza complementare, infine, è stata rafforzata la dotazione del fondo Previndai già istituito dalle parti contrattuali, ampliando così le tutele a favore dei dirigenti.
Stefano Cuzzilla, presidente Federmanager, ha così commentato l’accordo sottoscritto: “Il lungo e costante lavoro di ricostruzione di rapporti ora fluidi e di interlocuzione con i massimi livelli di Confindustria ha creato un clima certamente più disteso, ma chiudere questo rinnovo è stato comunque molto faticoso e ha richiesto sei mesi di intenso confronto. Abbiamo portato a casa un buon risultato di cui dobbiamo essere tutti orgogliosi”.
Anche il vicepresidente di Confindustria, Maurizio Stirpe ha commentato l’accordo: “ Questo contratto coniuga in modo virtuoso ed equilibrato le aspettative dei manager e le necessità delle imprese, valorizzando le scelte a favore del welfare contrattuale, delle politiche attive e della formazione”.