Lo scorso 9 aprile sono stato “audito”, insieme al direttore generale del Fasi, dalla Commissione Affari Sociali della Camera dei Deputati, presieduta dall’on. Marialucia Lorefice, del Movimento 5 stelle, che ha avviato (e ormai in via di conclusione), un’indagine conoscitiva sui fondi integrativi sanitari.  Un’iniziativa che abbiamo salutato positivamente fin dall’inizio dei lavori e della quale avevamo ribadito, in tempi non sospetti, l’utilità per fare il punto della situazione su un settore che si è sviluppato enormemente negli ultimi anni, portando innegabili benefici alla salute complessiva degli italiani, ma che necessita di un “pit-stop” per un doveroso adeguamento delle norme ai tempi correnti.

Ho sottolineato nella mia esposizione l’importanza che il Parlamento ha offerto al Fasi di essere ascoltati anche per la nostra quarantennale esperienza in un settore che diverrà, sempre più nel futuro, fondamentale per la sanità pubblica e privata del nostro Paese. Il Fasi, infatti, è a tutt’oggi uno dei primi Enti Bilaterali ed è situato ai primi posti nel ranking dei Fondi sanitari integrativi a livello europeo con i suoi 126.000 dirigenti iscritti e un totale, comprensivo dei familiari di 294.000 assistiti.

Ho rilevato che il Servizio Sanitario Nazionale italiano è ancora tra i migliori al mondo in termini di prestazioni e cure e, secondo noi, tale deve rimanere con le sue caratteristiche di solidarietà e socialità, integrato e supportato da un’assistenza integrativa, come quella erogata dal Fasi che ha fatto della trasparenza nella gestione la sua “mission” prioritaria. A questo proposito abbiamo offerto la nostra completa collaborazione al Parlamento per trasferire tutto il nostro know how tecnologico e statistico per affiancare il legislatore nell’elaborazione di una equa riforma del settore che contenga controlli e verifiche stringenti finalizzate al bene supremo del cittadino: la buona salute.

L’indagine parlamentare ha avuto anche il merito di aprire un dibattito sui media italiani. Negli ultimi giorni, infatti, abbiamo letto interventi e dichiarazioni da parte di economisti, politici, imprenditori sul tema il cui leitmotiv è riassumibile nel seguente modo: il sistema sanitario così com’è non regge, era stato impostato su bisogni che alla prova del tempo risultano inadeguati. Oggi la richiesta è di più prevenzione e l’invecchiamento progressivo della popolazione impone risposte innovative che l’impossibilità di aumentare la spesa pubblica non consentono. Nel frattempo la sanità scivola sempre più verso il “privato”, tanto che si calcola che tra cinque anni ogni cittadino pagherà di tasca propria oltre 900 euro in più all’anno che si sommeranno agli altri 1800 euro che già si pagano per il Servizio Sanitario Nazionale. Noi siamo convinti che la sanità integrativa rappresenti un elemento fondamentale per la tutela dell’intero sistema sanitario e, se ben gestita, possa contribuire a un efficiente e trasparente impiego delle risorse finanziarie.

A questo fine mi preme porre l’accento, con vivo apprezzamento, la nascita della nuova società IWS spa, costituita da Confindustria, Federmanager e Fasi. L’acronimo IWS sta per Industria Welfare Salute e si prefigge di offrire servizi sanitari e amministrativi integrati ai manager industriali iscritti e alle loro famiglie, mediante un approccio competitivo sul mercato e una stringente sinergia tra Fasi e Assidai. Rivolgo, dunque un saluto e un augurio di buon lavoro ai membri del consiglio di amministrazione, alla presidente Marcella Panucci e all’amministratore delegato Stefano Cuzzilla.

 

Marcello Garzia

Presidente Fasi