Intervenendo assieme al Presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni, all’inaugurazione di nuovi impianti industriali presso la Sitael di Bari, un’impresa italiana leader nel settore aerospaziale, il presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, ha riproposto quanto da tempo va affermando, e cioè che“ la questione industriale è strategica e deve essere considerata una questione nazionale. Il futuro dell’Italia passa dalla fabbrica”. Rivolgendosi, poi, direttamente al Capo del Governo, ha detto: “ Non bisogna arretrare rispetto alle riforme già fatte. I margini di manovra non sono alti e non abbiamo grandi attese rispetto alla nuova legge di bilancio. L’importante è evitare di fare errori e di prestare tutta l’attenzione possibile ai giovani. Siamo il secondo paese industriale d’Europa – ha continuato Boccia – e, se solo rimuovessimo, anche solo in parte, alcuni handicap che abbiamo, se lavorassimo per un paese normale, poiché le aziende speciali come questa le abbiamo, potremmo essere i primi. Questa è una visione non un sogno. Se vogliamo, possiamo”.
Un segnale in questa direzione è arrivato, nei giorni scorsi, da un accordo sottoscritto da Confindustria e Ubi banca, per sostenere i processi di innovazione e trasformazione digitale delle imprese e il loro accesso al mercato dei capitali. Un’intesa per il valore di un miliardo di euro.
Strutture operative sul territorio saranno i Digital Innovation Hub costituiti presso il sistema confindustriale. Il protocollo firmato tra Ubi e Confindustria, ha rimarcato il presidente di Confindustria digitale, Elio Catania, “ aiuta la crescita con una competitività diversa delle imprese e rappresenta un elemento decisivo nell’attuazione di Industria 4.0”.
La quarta rivoluzione industriale in atto nel nostro Paese, insomma, comincia a dispiegare i suoi frutti e non solo in termini d’innovazione tecnologica. Industria 4.0, infatti, ha reso ancora più centrale il capitale umano delle nostre aziende; l’ambiente di lavoro e il benessere fisico di quanti ci lavorano, contano sempre di più. In un tessuto manifatturiero come il nostro, le risorse umane sono asset industriali fondamentali, la qualità del lavoro si traduce in una maggiore produttività.
In questo senso gli strumenti di welfare aziendali, di cui la sanità integrativa costituisce elemento assoluto, sono una pratica che velocemente sta prendendo piede in Italia, basta vedere il rinnovo di alcuni importanti contratti di lavoro in cui la salute dei lavoratori è al primo posto delle rivendicazioni. E non mi riferisco solo alle grandi aziende, ma anche alle PMI che sono e resteranno, ancora per molto tempo, l’ossatura del nostro sistema produttivo. Il FASI, con la sua esperienza ultra decennale in tema di sanità integrativa, prevenzione e tutela della classe dirigente industriale, è in prima linea per accompagnare e orientare lo sviluppo di forme integrative di assistenza sanitaria, con l’obiettivo di costituire un pilastro aggiuntivo a sostegno della sanità pubblica nel nostro Paese che, con tutti i disservizi e inefficienze che conosciamo, resta comunque un modello di riferimento mondiale.

Luca Del Vecchio

Vice Presidente Fasi