Come ognuno di noi, nel corso della sua vita lavorativa ha attraversato momenti di cambiamenti radicali dovuti all’incalzare delle nuove tecnologie ( si pensi all’avvento dei computer in ufficio o, più recentemente ancora, gli smartphone e la digitalizzazione), così ognuna delle rivoluzioni tecnologiche che l’umanità ha vissuto ha portato con sé due conseguenze: la nascita di lavori nuovi da una parte e la trasformazione o la scomparsa dei vecchi lavori dall’altra. E’ necessario capire e, per così dire, metabolizzare in chiave storica questi fenomeni per comprendere la realtà e le nuove sfide economiche e sociali che abbiamo all’orizzonte in Italia e, in larga parte, del mondo occidentale. Purtroppo, questo non sempre accade innestando dibattiti che sfociano il più delle volte in pericolose e antistoriche tentazioni antindustriali. Nel suo ultimo libro il sindacalista Cisl, Marco Bentivogli, invita a rileggere la “Petizione dei fabbricanti di candele”, una satira sul protezionismo, scritta e pubblicata nel 1845 dell’economista francese, Frederic Bastiat. Nel testo i produttori di candele e gli altri attori dell’industria dell’illuminazione, sottopongono una petizione alla Camera dei Deputati della Monarchia francese, per proteggere il loro commercio dall’ingiusta competizione di una potenza straniera: il sole.

In quest’ottica, Industria 4.0 è un’occasione da non perdere per il rilancio del nostro Paese, se non vogliamo accontentarci di pochi decimali di crescita per gli anni a venire. In una recente indagine promossa dal Politecnico di Milano, oltre un terzo delle imprese industriali censite dichiara di non conoscere i temi contenuti nel Programma Industria 4.0.  E’, un chiaro handicap, soprattutto, se rapportato alle piccole e medie imprese. Queste, infatti, rappresentano un vero punto di snodo poiché ancora molto lontane (salvo qualche apprezzabile eccezione), dal sintonizzarsi sulle frequenze della fabbrica intelligente. Il Piano predisposto dal Ministro Calenda va nella giusta direzione operando, per così dire, in una logica di neutralità tecnologica, grazie anche alla scelta di fiscalizzare gli incentivi (oltre 13 miliardi di euro).

Infine, serve rimuovere le cause strutturali che rendono il nostro Paese, un luogo poco adatto allo sviluppo dell’impresa: l’eccesso di burocrazia, un sistema giudiziario lento e farraginoso, un costo dell’energia superiore del 30% alla media europea e un sistema creditizio che favorisce la rendita a danno dell’investimento.

Recentemente Papa Francesco, visitando Genova, ha deciso di parlare ai lavoratori dell’Ilva di Cornigliano e ha usato parole forti e chiare sul tema del lavoro. “ Quando non si lavora – ha detto il Papa – o si lavora male, si lavora poco o si lavora troppo, è la democrazia che entra in crisi insieme al patto sociale che la regge”. Aggiungendo significativamente: “ Bisogna guardare senza paura, ma con responsabilità alle trasformazioni tecnologiche dell’economia e della vita. Non possiamo rassegnarci all’ideologia che sta prendendo piede ovunque in cui s’immagina un mondo dove solo metà o, forse, due terzi dei lavoratori lavoreranno e gli altri saranno mantenuti da un assegno sociale. Dev’essere chiaro che l’obiettivo vero da raggiungere – ha concluso Papa Francesco – non è il reddito per tutti, ma lavoro per tutti. Perché senza lavoro per tutti non ci sarà dignità per tutti”. Perché ciò avvenga, è decisivo ripensare l’intero sistema paese in modo che tutte le parti in causa agiscono con responsabilità e coesione, individuando pochi obiettivi e sforzi comuni. E’ quello che stiamo cercando di fare al Fasi, sviluppando le linee guida del Progetto Industria 4.0, sollecitando gli Organi istituzionali preposti a intervenire in modo espansivo rispetto alla leva fiscale (il vantaggio derivato condiviso da azienda e dipendente) che è alla base dell’evoluzione del welfare aziendale. Ci apprestiamo, inoltre, ad investire in nuove tecnologie digitali intuitive, veloci, semplici nell’operatività e affidabili in termini di cybersecurity che ci consentano di migliorare i nostri servizi agli iscritti. Così come daremo largo spazio alla formazione del personale, attraverso continui aggiornamenti, per rispondere adeguatamente alla richiesta di competenze “up to date” che la quarta rivoluzione industriale in corso richiede.

 

Marcello Garzia

Presidente Fasi