I cambiamenti verificatisi nel corso degli ultimi anni, in particolare quelli economici e sociali, hanno avuto importanti ripercussioni all’interno delle aziende e hanno, tra l’altro, portato a ripensare non solo i modelli organizzativi e i processi lavorativi delle aziende stesse, ma anche il rapporto con le persone che svolgono le loro attività nell’ambito dei sistemi produttivi. In tale contesto si è manifestata la tendenza a rivedere anche le politiche di welfare in grado sia di consolidare il senso di appartenenza dei lavoratori sia di ottimizzare le forme di benessere, migliorare il clima aziendale, aumentare la produttività. Favorire, sostanzialmente, forme di work life balance in grado di conciliare le esigenze aziendali e le esigenze personali e familiari dei lavoratori”. Questa, la premessa integrale del Protocollo Welfare siglato il 4 luglio scorso tra Eni e sindacati di categoria che riguarda i 20.000 dipendenti del Gruppo energetico italiano. I quattro pilastri su cui si regge l’accordo sono: prestazioni aggiuntive ed estensive dei fondi di assistenza sanitaria integrativa per tutti i dipendenti Eni, sia del settore chimico sia del settore energia-petrolio; costituzione di una banca ore solidale per i dipendenti con figli con disabilità; dieci giorni di permessi retribuiti per i neo papà, oltre all’impegno della sottoscrizione di un ulteriore accordo in tema di alternanza scuola-lavoro.
Nel merito dell’accordo, per quanto riguarda l’assistenza sanitaria e la promozione della salute, dal primo gennaio 2018, nei confronti di tutti i lavoratori Eni, non iscritti ai Fondi sanitari, sarà garantita l’iscrizione agli stessi con oneri a carico dell’Azienda, prevedendo la possibilità dei lavoratori ad eventuali rinunce per qualsivoglia motivo. Dalla stessa data, inoltre, per i lavoratori già iscritti a Fondi integrativi, l’Eni garantirà la quota d’iscrizione corrispondente all’opzione “basic”. E’ previsto, infine, un pacchetto economico aggiuntivo di prestazioni sanitarie. L’importanza dell’accordo firmato da Eni e sindacati rappresenta una svolta nel senso indicato dal Presidente di Confindustria, Vincenzo Boccia, che ha definito “il welfare aziendale una grande sfida per tutto il mondo del lavoro, alla luce dei cambiamenti sociali e con lo Stato che riduce il proprio raggio d’azione nelle politiche sociali”.
Il welfare aziendale non si prende cura degli individui “dalla culla alla tomba”, come si prefiggeva quello statale nel secolo scorso. Possiamo affermare, senza tema di smentita che s sta supplendo alle crescenti lacune, evidenziate dal protrarsi della crisi, che rendono sempre più difficile mantenere la promessa di una assistenza sanitaria universalistica a carico della collettività.
Il protocollo Eni, infine, conferma quanto già rilevato da importanti ricerche sul welfare aziendale: le aziende impegnate nello sviluppo di questo importante strumento di relazioni industriali, sono anche quelle che lavorano per trovare nuovi sbocchi di mercato, che innovano i processi organizzativi, che investono su logistica, marketing e distribuzione. In altre parole il welfare non è episodico ma parte di una strategia di modernizzazione dell’impresa.
Luca Del Vecchio
Vice Presidente Fasi