Con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, alla fine dello scorso mese di marzo, sono finalmente legge dello Stato le nuove norme che definiscono i Lea (Livelli essenziali di assistenza). Attese da oltre quindici anni, gli italiani adesso possono conoscere le prestazioni e i servizi, garantiti gratuitamente o dietro pagamento di ticket, che il Servizio sanitario nazionale (Ssn), metterà a disposizione dei cittadini al fine di tutelarne la salute e il benessere, così come scritto nella Costituzione della Repubblica Italiana. E’ stato un “parto” lungo e laborioso, come si evince dagli anni occorsi, ma alla fine è giusto riconoscere al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, il merito di aver condotto in porto una nave che rischiava di sfracellarsi sugli scogli della politica e dei veti incrociati. La determinazione del Ministro e del Governo, alla fine ha avuto la meglio e, tutto sommato, le critiche al provvedimento, che pure ci sono state, sono di gran lunga inferiori alla soddisfazione espressa dai malati e dagli addetti ai lavori. Forse si poteva fare di più, ma non possiamo dimenticare che i nuovi Lea sono stati emanati in un contesto congiunturale di difficoltà economiche profonde, che da svariati anni appesantisce lo sviluppo del nostro Paese. Molte le novità presenti nel documento firmato dal premier, Paolo Gentiloni. Ad esempio, lo screening alla nascita, la fecondazione assistita eterologa e omologa, i nuovi vaccini, l’esenzione dal ticket per endometriosi, i trattamenti per la celiachia e altre malattie rare. Nelle prestazioni garantite dal Ssn, entra anche il trattamento per l’Autismo, con diagnosi precoce, cura e trattamento individualizzato, integrazione nella vita sociale e sostegno per le famiglie. Importanti novità riguardano la cura delle cosiddette malattie rare (una malattia è considerata “rara”, quando presenta una bassa prevalenza, ovvero colpisce non più di 5 persone ogni 10.000 abitanti), nel testo di legge viene assegnato un codice che dà diritto all’esenzione dalla partecipazione alla spesa a 110 nuove malattie rare diagnosticate. Inoltre è stato rivisto l’elenco delle malattie croniche e invalidanti con l’aggiunta di sei patologie esenti da ticket, tra queste la broncopneumopatia ostruttiva, sindrome da talidomide ed endometriosi moderata e grave.
Molto spazio il testo di legge assegna alla prevenzione, con il recepimento, ad esempio, del nuovo piano vaccinale. Un argomento oggi all’attenzione dei media con polemiche roventi innestate da pseudo esperti che sconsigliano l’uso dei vaccini. In senso diametralmente opposto s’indirizza, invece, l’orientamento del Governo che inserisce nei Lea nuovi vaccini, come l’anti pneumococco, l’anti meningococco e l’anti varicella, riconoscendo così alla vaccinazione di massa un ruolo insostituibile nella prevenzione e conservazione dello stato di salute dei cittadini italiani. E, ancora, nuovi screening alla nascita, per individuare in anticipo l’eventuale sordità nei neonati e la cataratta congenita, più una quarantina di malattie metaboliche ereditarie. Infine, il testo aggiorna anche il Nomenclatore della specialistica ambulatoriale, fermo al 1996, introducendo le prestazioni per la procreazione medicalmente assistita, finora erogate solo in ricovero ospedaliero. Last but not least, l’aggiornamento del Nomenclatore protesico, fermo al 1999, che introduce negli elenchi dei dispositivi forniti dallo Stato, apparecchi acustici digitali, comunicatori oculari e relative tastiere, carrozzine per disabili a tecnologia avanzata per i malati di Sla, arti artificiali di ultima generazione, sistemi di riconoscimento vocale e di puntamento dello sguardo. Per la prima volta, inoltre, sono previsti trattamenti contro la ludopatia (la sindrome che caratterizza i malati da gioco d’azzardo) e la Terapia del dolore.
L’investimento complessivo è di 800 milioni di euro annui e ci sarà una Commissione nazionale che monitorerà il contenuto dei Lea, escludendo prestazioni che divengano obsolete e valutando se erogare a carico del Ssn trattamenti che, nel tempo, si dimostrino innovativi. In questo modo, ha assicurato il Ministro “per l’aggiornamento dei Lea non bisognerà attendere altri 15 anni”.