Quasi 1 milione di cittadini italiani, ogni anno, si sposta in altre regioni per eseguire le proprie cure, mobilità che, nel 2015,conta 4,1 miliardi di euro.

Per controllare il fenomeno, la Conferenza delle Regioni e delle Province autonome ha mobilitato la Commissione Salute sul tema della revisione dei criteri di riparto delle disponibilità finanziarie per il SSN per l’anno 2016. Compito della Commissione sarà predisporre di un Piano nazionale sulla mobilità sanitaria, da sottoporre al Governo.

Al fine di fornire una base finanziaria di riferimento alla Commissione Salute, nel corso del mese di agosto, facendo riferimento alle regole definite dall’Accordo del 2 luglio 2015, ogni regione ha simulato gli addebiti per ciascun settore oggetto di compensazione. E’ risultata una distinzione tra produttori pubblici e produttori privati. I dati di mobilità fra il 2013 e il 2015 evidenziano un andamento in molti casi non compatibile con le esigenze di certezza dei bilanci regionali: mentre la produzione pubblica ha registrato un decremento complessivo del 3%, la produzione privata mostra un incremento pari all’11%. In conformità a tali dati e, quindi, dei significativi aumenti del settore privato, si procederà con una riduzione % sull’incremento del valore registrato dai saldi in capo alle singole Regioni (salvaguardando in ogni caso la produzione dell’alta complessità come definita dalla legge di stabilità 2016). Secondo le Regioni, la riduzione sarà operata sia sugli aumenti 2014 rispetto al 2013 sia sugli aumenti 2015, sempre rispetto al 2013. I valori degli scambi riferiti al privato sono stati ridefiniti, per essere inseriti nel riparto del fondo sanitario. Oltretutto, aggiungono le Regioni, si impegneranno ad “affrontare il tema dei professionisti collocati a riposo e che nel pubblico non possono più esercitare l’attività e che hanno trovato ampio spazio nel settore privato – anche accreditato, le cui prestazioni restano comunque a carico del settore pubblico”. A tal proposito, sarà “predisposto uno specifico emendamento, in sede di Legge di bilancio, al fine di estendere il divieto ad operare nel settore privato accreditato”.

Riguardo alle ricadute sul riparto del fondo sanitario 2017, il fondo dovrebbe fronteggiare sia la mobilità 2015, come pure la mobilità 2014, non inclusa nel riparto 2016. Tali ricadute, come evidenziato dalle Regioni, saranno diluite in due esercizi finanziari, prevedendo di avere a riferimento la valorizzazione della mobilità 2015 e il relativo conguaglio nel riparto 2017, in modo da riallineare il riparto ai consueti meccanismi, e prevedere che i conguagli della mobilità 2014 siano inclusi nel riparto 2018, insieme ai dati che saranno prodotti per il 2016.

“Per il 2016 – scrivono le Regioni – occorre innanzitutto produrre uno schema di riferimento per gli accordi tra Regioni, che tenga conto della necessità di regolare in maniera anche analitica i relativi flussi. Lo schema verrà approvato entro la fine di ottobre, in modo da poter procedere alla definizione degli accordi entro il 31 dicembre 2016”.