Il servizio di sanità nazionale costa poco meno di 113 miliardi di euro all’anno, con un tasso di crescita vicino all’1,5% annuo.

Dal momento che la popolazione italiana ha un tasso di vecchiaia precoce rispetto alle altre, le possibilità che tale sistema possa un giorno o l’altro collassare sono grandi.

Ecco perché si ritiene di anticipare i tempi puntando sulla sanità integrativa, ovvero su quelle forme di prevenzione sanitaria alternative alle prestazioni pubbliche.

“È evidente che la sanità integrativa è ormai considerata uno dei benefit più apprezzati dai lavoratori” lo ha detto Stefano Cuzzilla, presidente dell’Assemblea Fasi, nonché presidente Federmanager, nel corso del convegno “Stili di vita: l’esperienza della Sanità Integrativa” organizzato da Federmanager presso la propria sede, in data 14 febbraio 2017, che ha visto, tra gli altri, la partecipazione di capi-azienda, esperti e lavoratori.

Attraverso l’esperienza diretta dei Fondi Sanitari Integrativi e il know how accumulato grazie ad un osservatorio sulla Sanità Integrativa , sono state analizzate tre direttrici su cui andrebbe costruita una cultura della prevenzione sanitaria: gli stili di vita, l’alimentazione e l’invecchiamento attivo.

Le aziende dispongono di sistemi di sanità complementare in grado di migliorare la qualità della vita dei propri dipendenti, riducendone lo stress e aumentandone la produttività e dando una mano al servizio nazionale.

Secondo un recente studio sono aumentati i dipendenti italiani che richiedono forme di Sanità Integrativa, ad esempio il 78% dei lavoratori del settore manifatturiero predilige l’assistenza integrativa a quella pubblica. Ad oggi sono quasi 7 milioni i lavoratori che beneficiano di assistenza, ricorrendo il più delle volte ai Fondi Sanitari Integrativi.

“Un trend che inizia a sollecitare l’interesse delle imprese del settore, sempre più disposte a considerare la prevenzione sanitaria una forma di welfare aziendale”, hanno spiegato i curatori della ricerca. Ne è esempio Fincantieri, uno dei più grandi costruttori di navi al mondo con circa 20.000 dipendenti, che ha da poco potenziato il proprio sistema di sanità integrativa, estendendolo anche alle unioni civili.

Non resta quindi che rafforzare gli appelli al governo per incentivare l’Assistenza Sanitaria Integrativa, tanto in voga presso i colossi americani, come Google o Apple. La sanità dei propri dipendenti influisce nella buona resa dell’azienda: meno è lo stress, migliore sarà produttività.

“Il cosiddetto secondo pilastro – sostiene il presidente Cuzzilla – deve essere agevolato con politiche fiscali e normative che incentivino il più possibile imprese e lavoratori ad aderire ai Fondi Sanitari Integrativi perché questo produce esternalità positive. In particolare per la prevenzione: questo è l’ambito in cui il secondo pilastro può esprimere tutte le potenzialità, venendo incontro alle esigenze delle persone che, a causa delle difficoltà economiche, stanno rimandando le cure”.