Le App per la salute (DHT) stanno assumendo centralità nella promozione di stili di vita salutari e del benessere. Quando le App guidano gli interventi terapeutici si parla di Terapie Digitali-DTx. Queste ultime sono in corso di normazione in Italia, conoscerle può aiutare a scoprire per tempo le opportunità.
Le DTx, differentemente dalle App per la salute (software che raccolgono informazioni sanitarie e le veicolano verso l’utilizzatore o verso un operatore), sono caratterizzate da veri e propri interventi terapeutici con un vantaggio clinico dimostrato nel trattare, prevenire o gestire una malattia[i](secondo un approccio evidence based).
Le DTx sono attualmente accessibili e rimborsate in Germania, in Francia e in Belgio. In Italia, il 45% dei medici specialisti si dichiara pronto a prescriverle non appena ne sarà autorizzato l’utilizzo[ii].La Commissione Affari Sociali della Camera sta infatti lavorando ad un disegno di legge unificato sulle terapie digitali che fornisca una definizione organica, disciplini le modalità di valutazione e preveda l’istituzione di un Comitato nazionale presso il Ministero della Salute, con il compito di guidarne l’inserimento nei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), sulla base di evidenze scientifiche consolidate.
In questo scenario, il Fasi – in collaborazione con l’Osservatorio Life Science Innovation della School of Management del Politecnico di Milano – ha avviato uno studio volto a comprendere il livello di conoscenza delle DTx tra i propri Iscritti, valutarne la percezione dei benefici e raccogliere evidenze su aspettative, bisogni e grado di predisposizione all’integrazione di queste tecnologie nella vita quotidiana.
Nel luglio 2025 un campione di iscritti Fasi, sia in servizio che in pensione, ha partecipato, in forma anonima, ad un questionario semi-strutturato con metodologia CAWI. Il campione rispettava le proporzioni di genere dei dirigenti iscritti al Fondo (78% uomini e 22% donne) e più del 50% degli intervistati ha un’età superiore ai 64 anni.
Il 43% dei rispondenti ha dichiarato di essere sano, il 3% ha preferito non rispondere, il restante 64% ha dichiarato una o più patologie croniche (ipertensione, diabete, scompensi cardiaci).
Gli iscritti e le App
Il 63% dei rispondenti ha dichiarato di aver utilizzato almeno una volta una App per la salute. Le funzionalità maggiormente utilizzate riguardano il monitoraggio e miglioramento dell’attività fisica, il controllo dei parametri clinici attraverso sensori e la comunicazione medico-paziente. Tuttavia, non mancano i punti di attenzione: i dirigenti più giovani mostrano sensibilità per i temi della Data Protection (affidabilità del provider e utilizzo dei dati raccolti), richiedono App trasparenti e regolamentate ed evidenziano, inoltre, il timore di una scarsa efficacia dell’App utilizzata per mancanza di una governance medica (il 64,5% dei rispondenti dichiara “Molto importante” la possibilità di comunicare con un medico).
Gli iscritti e le Dtx
Il 20% degli iscritti che ha dichiarato di usare le App conosce la differenza tra queste soluzioni e le DTx.
Gli iscritti si mostrano fiduciosi verso le DTx purché ne sia garantita la validazione attraverso studi clinici, la raccomandazione da parte di un medico o di un operatore sanitario e la sicurezza e tutela dei dati personali. Tra le funzionalità considerate essenziali, spiccano la possibilità di comunicare con il medico curante e di analizzare i dati al fine di monitorare i progressi.
Il contributo dato dagli iscritti permetterà al Fasi di identificare gap assistenziali latenti e di definire, non appena il quadro normativo lo consentirà, interventi personalizzati per l’adozione di DTx clinicamente validate, in coerenza con i fabbisogni reali degli assistiti del Fondo in un’ottica di aggiornamento e ampliamento continuo delle tutele offerte.
[i] Rieb. AGENAS da European Data Protection Supervisor (EDPS)-Digital Therapeutics (DTx) | European Data Protection Supervisor (europa.eu).
[ii] Osservatorio Digital Life Science Innovation – App per la salute e Terapie Digitali: lo scenario italiano e internazionale, Ricerca 2025.



