Il FASI, Fondo di Assistenza Sanitaria Integrativa, ha compiuto trent'anni e li ha celebrati alla presenza di ospiti illustri martedì 11 dicembre alle ore 9,30 al Teatro Capranica di Roma. I lavori sono stati aperti dal presidente del FASI Adriano Cappellari, dal direttore generale di Confindustria Maurizio Beretta e dal presidente di Federmanager Edoardo Lazzati. E' seguita la presentazione della ricerca Il futuro della sanità integrativa in Italia da parte del vicedirettore del Censis Carla Collicelli. L'ultima sessione dei lavori è stata una tavola rotonda presieduta dal giornalista Francesco Bogliari, con la partecipazione dell'on. Leopoldo di Girolamo, membro della Commissione Affari Sociali della Camera; del sen. Giuseppe Vegas, vicepresidente del gruppo di Forza Italia al Senato; di Giovanni Sica, presidente della Mutua Cesare Pozzo e dell'economista Claudio De Vincenti, docente all'Università la Sapienza di Roma. Le conclusioni "politiche" sono state formulate, su mandato del ministro della Sanità Livia Turco, da Grazia Labate, già sottosegretario alla Sanità con il ministro Veronesi, attualmente coordinatrice del gruppo di studio ministeriale per le ipotesi di riforma del sistema dei fondi sanitari integrativi e in generale della sanità integrativa in Italia. Il FASI, nato il 26 novembre 1977 e trasformatosi nel gennaio1982 in ente a gestione paritetica tra Confindustria e Federmanager (la federazione dei dirigenti di aziende industriali), è un fondo "negoziale" e opera a favore dei dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi, in servizio e pensionati. La sua finalità è quella di erogare ai dirigenti in servizio o in pensione, nell'ambito di un sistema di mutualità, prestazioni integrative dell'assistenza fornita dal Servizio Sanitario Nazionale. Le risorse economiche provengono esclusivamente dalle aziende e dai dirigenti iscritti. Nel suo intervento introduttivo il presidente Cappellari ha sottolineato l'equilibrio economico del fondo, concetto ribadito dal direttore generale di Confindustria Beretta che ha auspicato una sanità pubblica gestita con la stessa efficienza ed efficacia del Fasi. Nel celebrare i suoi primi 30 anni di attività, il FASI ha proposto riflessioni sullo stato dell'arte e sugli scenari attesi per la sanità integrativa in Italia, attraverso la presentazione di una ricerca sviluppata per l'occasione dal Censis. Dalla ricerca sono emersi dati molto interessanti.In Italia la spesa sanitaria privata delle famiglie rappresenta circa un quinto della spesa sanitaria totale, pari a 25 miliardi di euro; quasi l'87% di questa è sostenuta direttamente dai cittadini e circa il 4% dalle assicurazioni sanitarie private. All'interno della realtà mutualistica italiana, spiccano alcune organizzazioni, come appunto il FASI che negli anni ha registrato un andamento positivo del numero di iscritti, passando dai 126.238 del 2005 ai 127.745 del 2006, con una variazione percentuale pari a +1,2; nel core business del fondo, poi, assumono particolare rilevanza le prestazioni dell'assistenza di lungo periodo per i non autosufficienti e le cure odontoiatriche, ambiti di operatività che sono a completamento di quanto previsto dai Lea. Dunque, l'analisi condotta sulla mutualità sanitaria integrativa fornisce la fotografia di un settore che è riuscito a ritagliarsi una posizione importante nella relazione tra cittadini e servizi sanitari, anche se in un contesto normativo non certo favorevole; tuttavia, a fine 2007 si può dire che stia maturando, finalmente, un diverso approccio al ruolo e alle potenzialità della mutualità integrativa in sanità, anche grazie ad alcune ipotesi di modifica del comparto. Ad esempio, la Legge Finanziaria 2008 prevede l'emanazione, entro 60 giorni dalla sua entrata in vigore, di un decreto del Ministro della Salute che, secondo quanto riportato dalla legge stessa, dovrebbe disciplinare in modo organico gli ambiti di intervento dei Fondi integrativi del Servizio Sanitario Nazionale e delle prestazioni da essi garantite.
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